Alimentazione Speciale

mercoledì 16 dicembre 2009, 02:23

Intolleranza al lattosio: come affrontarla



L’intolleranza al lattosio è una condizione clinica causata dall’incapacità di digerire il lattosio, un carboidrato presente nel latte e suoi derivati, costituito da due zuccheri tra loro legati, il glucosio ed il galattosio.

 

Per essere digerito ed assorbito a livello intestinale, il lattosio degli alimenti deve essere dapprima scisso nei suoi due zuccheri costituenti ad opera dell’enzima lattasi o beta-galattosidasi. Ed è proprio questo l’enzima carente o assente nei soggetti intolleranti al lattosio.

 

Nei soggetti affetti, il lattosio ingerito non viene assorbito e rimane all’interno del lume intestinale dove esercita un’azione osmotica, richiamando liquidi e provocando il sintomo più eclatante di questa patologia, la diarrea. A questo si aggiungono sintomi di dolore addominale diffuso, meteorismo e distensione dell’addome, provocati, oltre che dall’azione osmotica esercitata dal lattosio, anche dall’attività dei batteri presenti nel colon che fermentano lo zucchero non assorbito con formazione di gas e di altre sostanze.

 

Esistono diversi gradi di deficit di lattasi, a seconda del soggetto. Alcuni soggetti possono tranquillamente assumere quantità non eccessive di lattosio senza accusare alcun sintomo, mentre per altri l’assunzione di prodotti contenenti questo carboidrato produce inevitabilmente la sintomatologia sopra descritta.

 

Indipendentemente dal grado di deficit, l’unica terapia possibile si basa su un corretto controllo della dieta e sull’assunzione di probiotici. La dieta deve essere obbligatoriamente a ridotto contenuto di lattosio. A tal fine, oltre a diminuire le quantità di latte, yogurt e formaggi freschi (gli alimenti che contengono la più alta concentrazione di lattosio), è possibile anche ricorrere a specifici prodotti commerciali, come i latti privi di lattosio e gli yogurt arricchiti di probiotici.

 

L’utilizzo di probiotici è indicato per ridurre la sintomatologia. Si tratta di microrganismi vivi dotati, tra le altre benefiche proprietà, di una elevata attività beta-galattosidasica (o lattasica). Sono quindi in grado di scindere il lattosio ingerito nei suoi due zuccheri componenti, glucosio e galattosio, permettendone la regolare digestione.

 

Da non dimenticare, infine, che la ridotta assunzione di latte e suoi derivati determina anche un ridotto apporto di importanti nutrienti come il calcio, le vitamine A e D, la riboflavina ed il fosforo. Questi nutrienti essenziali devono quindi essere ricavati da altre fonti alimentari oppure, quando necessario, essere integrati con un’adeguata supplementazione.

 

Chiara De Carli



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