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lunedì 22 maggio 2023, 13:20

Dieta per vivere a lungo: mangiare poco e cenare presto

Formula per un elisir di lunga vita: mangiare poco, in intervalli limitati e mai troppo tardi la sera



Dieta per vivere a lungo: mangiare poco e cenare presto

Secondo l'insegnamento di Ippocrate, il cibo è la medicina del corpo. Il cibo svolge un ruolo cruciale nel mantenimento del benessere del nostro corpo. E proprio dall'alimentazione deriva la formula per un elisir di lunga vita: mangiare poco, in intervalli limitati e mai troppo tardi la sera. 

Gli esperti della Società italiana di medicina interna hanno sintetizzato importanti suggerimenti tratti da una vasta revisione della letteratura dedicata all'impatto dell'alimentazione sulla longevità in buona salute. Oggi siamo a conoscenza dei meccanismi dell'invecchiamento e delle principali strategie per contrastarlo, e l'alimentazione svolge un ruolo chiave in questo processo.
Uno dei fattori più importanti è una dieta contenuta, ma allo stesso tempo ricca di tutti i nutrienti essenziali. "Limitare l’apporto di cibo infatti fa entrare le cellule in modalità ‘protezione’ e questo consente loro di resistere meglio agli insulti esterni; allo stesso tempo le cellule ‘a dieta’ soddisfano le proprie necessità attraverso una sorta di auto-cannibalismo (autofagia) delle componenti invecchiate e poco funzionali. In pratica dunque la restrizione calorica attiva una sorta di ‘pulizia interna’ (come quella che si fa periodicamente sull’hard drive del computer) che, oltre a rimuovere componenti deteriorati e potenzialmente pericolosi, stimola anche la rigenerazione cellulare", spiegano gli esperti.

Mangiare poco per vivere a lungo è dunque una chiave importante per la longevità in salute. Tuttavia, come sottolinea il presidente della Società italiana di medicina interna, il dottor Giorgio Sesti, l'applicazione pratica della restrizione calorica può variare a seconda delle esigenze del singolo e delle sue possibilità. È importante notare che al momento non esistono prove scientifiche definitive che dimostrino l'efficacia di queste strategie nell'allungare la vita in salute. I risultati degli studi in corso potranno essere osservati solo tra alcuni decenni. Lo studio "Calerie", recentemente pubblicato su Nature Aging, ha fornito alcune evidenze preliminari che la restrizione calorica del 25% può rallentare i processi di invecchiamento a livello del DNA già dopo due anni.

Oltre al valore calorico, il cibo ha anche un significato simbolico e può avere un effetto "consolatore" o comfort food, e questo rende estremamente difficile seguire un regime di restrizione calorica rigorosa per lunghi periodi di tempo. Gli scienziati del settore stanno quindi cercando modalità alternative e meno penalizzanti. Una di queste include la restrizione selettiva degli alimenti ultra-raffinati, che permette di limitare l'assunzione di cibi altamente processati e privi di nutrienti essenziali. 

Un'altra possibile strada è quella del digiuno intermittente, una pratica attualmente molta popolare per la perdita di peso. Nel contesto della restrizione calorica finalizzata all'anti-invecchiamento, un approccio efficace potrebbe essere quello di alternare giorni di digiuno o di basso apporto calorico con giorni in cui si consuma un'alimentazione normale. 

Un'altro metodo particolare è la dieta mima-digiuno che prevede ogni 3-4 mesi cicli di 5 giorni di una dieta ipocalorica specificamente formulata per riprodurre gli effetti metabolici del digiuno. Questo potrebbe facilitare l'aderenza della dieta.

Tra le proposte emergenti, c'è anche il "time-restricted eating". Questo approccio suggerisce di limitare la finestra temporale durante la quale ci si può alimentare a meno di 12 ore al giorno, meglio se 8-10 ore, sincronizzandola con la luce solare. Da effettuarsi almeno 5 giorni a settimana. Questo approccio si basa sulla consapevolezza che mangiare tardi la sera aumenta il rischio di patologie cronico-degenerative, mentre mangiare nelle ore diurne sembra ridurre lo stato infiammatorio e faciliterebbe il dimagrimento. 



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