Dietetica

giovedì 15 aprile 2010, 12:25

Indice glicemico: perchè è importante

Cos'è e perchè è utile conoscere l'indice glicemico degli alimenti



L'indice glicemico (IG) di un alimento misura quanto rapidamente i carboidrati contenuti nell'alimento in questione determinano un innalzamento della glicemia (glucosio ematico), in seguito alla loro digestione a glucosio ed al loro assorbimento nel sangue dal parte dell'intestino.

 

Si tratta di una misura espressa in percentuale, considerando come alimento di riferimento il glucosio puro (con indice glicemico pari al 100%). Così, se un alimento ha un indice glicemico pari al 50%, ciò significa che detto alimento determina l'innalzamento della glicemia con una velocità dimezzata rispetto a quella del glucosio.

 

L'indice glicemico varia sensibilmente nei diversi alimenti a seconda del tipo, della quantità e della complessità dei carboidrati in esso contenuti, dei trattamenti tecnologici a cui l'alimento può essere stato sottoposto prima della sua commercializzazione, della presenza concomitante di altri alimenti nell'intestino (in particolare alimenti grassi, proteici o con alto contenuto in fibra) ed a seconda che venga consumato crudo o cotto.

 

Come regola generale, gli alimenti possono essere classificati in 3 grandi categorie:

 

1) alimenti ad alto indice glicemico, come il glucosio, il comune zucchero (saccarosio), il miele, il pane bianco, i crackers, i cornflakes, il riso brillato, le patate fritte, i popcorn e l'anguria

 

2) alimenti a moderato indice glicemico, come il pane, la pasta ed i cereali integrali, le patate lesse, le carote, l'uva e le banane;

 

3) alimenti a basso indice glicemico, come il fruttosio, il latte, lo yogurt, le mele, le pesche, le ciliegie, la frutta secca ed i legumi

 

E' comunque importante ricordare, come già sottolineato, che l'indice glicemico non è una proprietà intrinseca di un alimento, ma dipende anche dalla concomitante presenza di altri macronutrienti (fibra, grassi, proteine) nell'intestino, noti per la loro azione di rallentamento della digestione e dell'assorbimento dei carboidrati. Ciò spiega perchè la maggior parte dei nutrizionisti consiglia di consumare pasti variati, con un adeguato apporto di carboidrati complessi (tra cui anche la fibra), proteine e grassi, meglio se insaturi.

 

Il significato e l'utilità dell'indice glicemico è particolarmente importante per i pazienti diabetici e per le persone obese o in sovrappeso. Infatti, l'indice glicemico di un alimento (o di un pasto) non influenza solo la rapidità con cui si innalza la glicemia dopo il pasto, ma ha anche un effetto sulla stabilità della glicemia nell'arco della giornata.

 

Gli alimenti ad alto indice glicemico determinano un improvviso, rapido e significativo aumento della glicemia ("picco glicemico"), seguito da un altrettanto rapido e significativo declino a livelli relativamente bassi. Queste ampie fluttuazioni nella glicemia sono altamente deleterie per i diabetici, che notoriamente devono mantenere sotto stretto controllo il glucosio ematico per non incorrere nelle complicazioni a lungo termine della loro malattia. Inoltre, i bassi valori di glicemia che seguono al picco iniziale rappresentano un forte stimolo all'appetito: un effetto decisamente poco desiderabile per chi vuole perdere peso.

 

Al contrario, gli alimenti a basso o moderato indice glicemico determinano un innalzamento più graduale della glicemia, i cui livelli rimangono stabili per un periodo più lungo di tempo: una condizione positiva e desiderabile sia per i pazienti diabetici, che per le persone in sovrappeso.

 

Non si dovrebbe poi dimenticare che le fluttuazioni del glucosio ematico sono sempre accompagnate da analoghe fluttuazioni dei livelli di insulina. In particolare, il picco glicemico che consegue all'ingestione di alimenti ad elevato IG è sempre seguito da un picco insuilinico, particolarmente deleterio per le persone obese o in sovrappeso (l'insulina stimola la sintesi e l'accumulo di grasso nei tessuti adiposi) e per chi presenta elevati livelli di colesterolo ematico (l'insulina stimola la sintesi di colesterolo da parte del fegato).

 

E' quindi evidente che una dieta basata su alimenti a basso o moderato indice glicemico è la migliore scelta per i pazienti diabetici, per chi ha problemi di peso e per i soggetti con colesterolo alto o problemi cardiovascolari.

 

Tuttavia una tale dieta è di beneficio anche per le persone sane: mantenere la glicemia a livelli costanti durante la giornata significa infatti rifornire i tessuti di un apporto costante di energia (il glucosio), un aspetto estremamente importante per la salute ed il benessere generale di noi tutti.

 

Chiara De Carli

 



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