Bambino

sabato 16 gennaio 2010, 23:44

Svezzamento: un momento delicato

Come affrontare lo svezzamento



Lo svezzamento rappresenta un momento molto delicato per il bambino, che segna il passaggio dalla dieta esclusivamente lattea ad un'alimentazione solida e variata.

 

La maggior parte dei pediatri concorda che lo svezzamento - salvo particolari situazioni - non dovrebbe iniziare prima dei 4-6 mesi di vita, quando l'apparato digerente, renale e neuromuscolare del neonato hanno raggiunto una maturità funzionale sufficientemente adeguata.

 

L'introduzione di nuovi alimenti nella dieta del bambino dovrebbe essere un processo graduale. Indicativamente la transizione da un'alimentazione basata su pochi cibi di consistenza molle o semi-solida ad una dieta comprendente numerosi alimenti di varia consistenza e vario gusto, dovrebbe durare almeno sei mesi.

 

Vi sono comunque alcune cautele da osservare, affinchè lo svezzamento proceda naturalmente e gradualmente, senza causare disturbi al bambino, soprattutto nei primissimi tempi. Innanzi tutto è necessario escludere il sale dalla dieta, per evitare un sovraccarico di lavoro per i giovanissimi reni del bambino. In secondo luogo è consigliabile ritardare l'introduzione dei principali alimenti coinvolti nelle allergie alimentari, come i cereali contenenti glutine (grano, orzo e segale), il pesce, i legumi, le uova, il latte vaccino e la frutta secca.

 

L'approccio tradizionale allo svezzamento prevede la graduale introduzione della frutta (mela o pera fresca grattuggiata od omogeneizzata), seguita da quella della verdura, dei cereali privi di glutine, del formaggio, dello yogurt e della carne magra, tutti somministrati sotto forma di "pappa", soffice e semi-solida. A 7-8 mesi di età è possibile procedere con l'introduzione del glutine, seguita, a 9 mesi, da quella delle uova e del pesce, aumentando via via la consistenza della "pappa". Per il latte vaccino e per la frutta secca è consigliabile aspettare fino all'anno di età.

 

I suggerimenti di cui sopra dovrebbero comunque essere intesi solo come "linee guida" del tutto generali. Infatti, non solo le esigenze di ciascun bambino sono del tutto individuali e specifiche, ma anche le opinioni dei diversi pediatri variano alquanto circa i tempi e l'ordine con cui dovrebbero essere introdotti i vari alimenti.

 

E' quindi meglio seguire le indicazioni (e le ricette) fornite di volta in volta dal pediatra, adattandole alle esigenze ed alle preferenze del proprio bambino.

 

Chiara De Carli



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